Vai al contenuto

Si può costruire una comunicazione efficace fuori dai social?

comunicazione social

Si può costruire una comunicazione efficace fuori dai social?

comunicazione social

Non c’è giorno, ormai da mesi, in cui non pensi a come un’azienda possa utilizzare una comunicazione efficace e più sana rispetto a quella che si produce sulle solite piattaforme social in circolazione. Ho scritto questo articolo per buttare giù le idee che mi sono venute in mente.

Ma facciamo un po’ di ordine e capiamo la situazione come è ora, poi mettiamo in campo delle proposte alternative concrete.

Veniamo da uno-due anni un po’ stagnanti dal punto di vista del digital marketing: sempre le stesse proposte, il solito funnel proposto a destra e a manca, consigli sul “creare contenuti di qualità come testi, video e foto”, corsi per diventare social media manager di turno. Poi a novembre 2022 fa il suo capolino l’AI generativa di Open AI e nel giro di pochi mesi quasi tutti i tool digitali presenti sul mercato hanno cominciato a integrare chat GPT per aiutarti a “fare tutto da solo”.

Ormai basta chiedere a chat GPT o ai nuovissimi strumenti magici su Canva, presentati proprio ieri, per creare contenuti, storie, video partendo dalla scrittura di un testo (ovviamente la domanda è la parte più importante. Ma sappiamo che saper fare domande è molto importante per ottenere buone risposte).

Ci troviamo di fronte a un livellamento di stile che sta cominciando vagamente ad assumere i contorni di quello che chiamo “stile Ikea” (senza alcun pregiudizio e senza nulla togliere ad Ikea ovviamente!).

Mi viene quindi spontaneo chiedere: dove sta la tanto ricercata originalità? Il distinguersi dagli altri dov’è? Come facciamo a far breccia nello scroll compulsivo dell’utente della propria bacheca?

L’altra riflessione che faccio è rivolta dal lato utente che è sui social con l’unico obiettivo di svagarsi: io, azienda, devo sempre spendere di più come sponsorizzate per cercare di abbattere quel muro (spero che non crediate ancora alla diffusione organica dei post, vero?). E per fare quelle sponsorizzate, se si vuole fare le cose serie, si dovrebbero tracciare e avere qualcuno che possa poi analizzare quei dati. Tutto questo tenendo conto delle restrizioni sulla privacy (che riduce ancora di più il bacino dei dati da analizzare).

I social rimarranno ancora l’unico modo per fare comunicazione?

L’annuncio di Meta di questa settimana di rendere a pagamento Facebook e Instagram solo in Europa (utente con abbonamento mensile a circa 15 dollari al mese e non avere pubblicità) fa riflettere per tanti motivi: il primo importante è che l’opzione a pagamento è stata proposta per poter rispettare il nostro GDPR e già qui dovrebbe scattare il campanello d’allarme, il secondo importante è che togliendo la pubblicità cosa faranno le aziende? Staremo a vedere se e come faranno, ma è meglio cominciare a pensare a delle alternative.

Sono sempre più convinta che i social si siano rovinati quando hanno cominciato a storpiare l’idea iniziale e cioè quella di essere un luogo dove ritrovare amici, famigliari. L’introduzione di pagine sponsorizzate, influencer di ogni ordine e grado ha impoverito queste piattaforme ha spinto i creatori sugli algoritmi che hanno cominciato a “decidere per noi” le notizie che potevamo vedere.

Io ero iscritta a Facebook dal 2008. Scrivo ero perché da qualche settimana ho deciso di spegnere il mio profilo (anche su Twitter ho eliminato il mio profilo) e orientarmi solo su Mastodon (vi avevo già parlato di cosa è Mastodon), dove vige il vecchio e caro metodo della bacheca in ordine cronologico non in ordine di “quello che decide l’algoritmo”. E i numeri su Mastodon continuano a crescere.

Che alternative potrebbero esserci ai social per ricevere notizie?

Appurato il fatto che i social dovrebbero ritrovare la loro funzione primaria come scritto sopra, resta il problema di come organizzare una comunicazione diversa. Le opzioni ci sono, basta cominciare a metterle in pratica, eccone alcune.

Canali Telegram

La gestione di un canale pubblico su Telegram è sempre una buona alternativa per tenere il proprio pubblico aggiornato. Vi avevo già parlato delle funzioni dei canali di Telegram qui.

Canali WhatsApp

Lanciati da una manciata di settimane solo per un numero ristretto di pagine, vogliono essere la sfida ai canali Telegram. Li avete provati? Io ho provato a seguire alcuni e devo essere sincera che non mi dispiacciono. Sperando che la privacy sia veramente rispettata (nessuno vede il nostro numero di telefono in un canale, così come su Telegram ovviamente) è un modo alternativo di ricevere notizie. L’unica cosa è che non arrivano le notifiche cioè – a meno che io non entri nella sezione “Aggiornamenti” – l’app non avverte dell’arrivo di nuove notizie. Presto dovrebbe arrivare la possibilità per tutti di creare canali: sì, saremo finiti per la quantità enorme di canali che verranno creati.

Feed RSS

L’acronimo RSS sta per Really Simple Syndication o Rich Site Summary. Non sono assolutamente nuovi, anzi, trovano la loro origine nei primi anni 2000, creati per diffondere facilmente contenuti sul web. Il loro funzionamento è molto semplice perché – lo spiego molto facilmente – viene inviata “una notifica” nel web ogni qual volta che pubblichiamo qualcosa di nuovo sul nostro sito internet. Ma chi riceve questa notifica? Noi possiamo “abbonarci” gratuitamente a un feed RSS del sito che ci interessa e ricevere via mail o in un aggregatore di feed RSS ogni volta che quella pagina pubblica un nuovo contenuto. I siti realizzati in WordPress, per esempio, mandano di default l’RSS, come per esempio anche il mio 😉

Con l’avvento dei social sono stati un po’ dimenticati e messi da parte ma secondo me meriterebbero invece di essere rimessi in pista per diversi motivi:

  • In un aggregatore di feed RSS ricevo le notizie delle pagine che realmente voglio seguire
  • Sono liberi da pubblicità, sponsorizzate. Gli articoli che si leggono sono ad alta leggibilità, senza intermezzi pubblicitari (come lo sono per esempio sui siti dei quotidiani)
  • Leggo e basta, io utente sono un fruitore e non interagisco con i contenuti.

Ho installato sul mio smartphone due aggregatori di feed RSS: Feedly e Inoreader.

Come funziona Feedly

Feedly ha una struttura davvero molto semplice e pulita, si scarica gratuitamente, ed è necessario creare un account per poterlo utilizzare. Al primo accesso viene chiesto di personalizzare la propria bacheca con le pagine che si vogliono seguire e ricevere gli aggiornamenti. È possibile inserire gratuitamente fino a 100 feed organizzati in tre cartelle tematiche. La pecca è che non si ricevono le notifiche dei nuovi contenuti, peccato. La leggibilità degli articoli è davvero rilassante: pulita, senza fronzoli, aiuta a concentrarsi e non si viene distratti da altro.

comunicazione feedly
comunicazione feedly

Come funziona Inoreader

Inoreader è molto simile a Feedly, anch’esso gratuito e con la creazione di un account. La differenza è che qui gratuitamente è possibile aggiungere fino a 150 feed. Anche su Inoreader la leggibilità degli articoli è molto alta, è davvero un piacere leggere così. Le notifiche e molti altre funzioni interessanti, sono disponibili con il piano a pagamento.

Provate quindi a pensare, avendo un sito internet, di poter raggiungere chi veramente vuole seguirci, che ha l’attenzione verso di noi. Non è meglio?

comunicazione inoreader
comunicazione inoreader

Infine…

Da tutta questa riflessione rimane aperta la questione “scoperta“. Come facciamo a farci scoprire in questo oceano di infinite possibilità? Non è facile, non dico di no, tutto dipende anche dal settore della propria azienda, dalla presenza o meno sul territorio a livello locale. Si possono pensare a delle soluzioni personalizzate che si adattino al contesto.

Immagino in futuro, che si possano ripensare degli aggregatori di negozi online, nei quali inserirsi come aziende e raggiungere chi veramente sta cercando qualcosa ed è incline all’acquisto, piuttosto che stimolarne forzatamente l’acquisto. Utopia? Chissà! Però devo dire che non sarebbe male.

Immagino anche un futuro nel quale gli influencer sono interni alle aziende e non questa specie di venditori che cambiano prodotto un giorno sì e l’altro pure. Secondo voi uno così è credibile a lungo termine? Ragioniamoci sopra.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!

Altri punti di vista

Segui il mio canale Telegram per Ricevere contenuti e consigli

blog