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Mappe mentali: organizza le informazioni per liberare la mente

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Mappe mentali: organizza le informazioni per liberare la mente

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Hai presente Silente quando estrae i suoi pensieri e li mette nel pensatoio? Se sei un fan di Harry Potter avrai sicuramente capito di cosa sto parlando e di quel gesto così liberatorio di prendere ricordi e pensieri e “vederli”. Funzionano così le mappe mentali e una volta capito come farle diventano un vero atto liberatorio al quale non è più possibile farne a meno.

Chi ha inventato le mappe mentali

È stato Tony Buzan (puoi leggere il suo libro “Le leggi delle mappe mentali”), un autore e psicologo britannico, ad inventarle negli anni ’70. Buzan cercava un metodo per migliorare l’apprendimento e la memorizzazione, e notò che il cervello umano non funziona in modo lineare. Basandosi su questa osservazione, sviluppò un sistema che rispecchiasse meglio il modo naturale in cui pensiamo: le mappe mentali. Questo metodo è diventato rapidamente popolare e ha trovato applicazione in vari campi, dall’educazione al business.

Cosa sono le mappe mentali

È risaputo che ognuno di noi cerca di trovare una propria tecnica di apprendimento e quando frequentai la scuola (parecchio tempo fa purtroppo!) purtroppo nessuno mi aveva mai parlato di mappe. Nel tempo trovai il mio metodo ma è stata con la dislessia di mio figlio che scoprii la potenza delle mappe.

Le mappe sono strumenti per organizzare il proprio il pensiero in modo semplice sfruttando entrambe le aree del cervello: quello sinistro deputato alla logica e quello destro deputato alla creatività (ricordo il libro “Disegnare con la parte destra del cervello” dell’artista Betty Edwards che ha diffuso queste due modalità di pensiero).

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Una mappa mentale dal sito di Tony Buzzan

Le mappe mentali, in sostanza, sono strumenti grafici che rappresentano informazioni in modo visivo, utilizzando parole chiave, immagini, colori e connessioni. Puoi immaginare di partire da un’idea centrale e di creare una rete di concetti collegati attorno ad essa. Ogni ramo rappresenta un concetto o un’idea correlata, e questi rami possono essere ulteriormente suddivisi in sottorami, creando una struttura ad albero. Le mappe mentali sono utili per organizzare informazioni, stimolare la creatività e migliorare la memorizzazione.

Utilizzando colori, stili grafici diversi, testi e immagini, la mappa cresce man mano che si aggiungono idee e il nostro cervello comincia a riordinare tutte queste informazioni, comincia a “vederle” in modo chiaro, diventa più semplice creare connessioni e salti.

Come funzionano le mappe mentali

Come spiegato nel precedente paragrafo, il funzionamento delle mappe mentali si basa sulla capacità del nostro cervello di associare idee e concetti in modo non lineare. Ma come partire? Niente di più semplice!

Ecco i passaggi principali per creare una mappa mentale in modo analogico, munendosi di un grande foglio bianco:

  1. Idea centrale: Al centro del foglio e scrivi l’idea principale o il tema.
  2. Rami principali: Dall’idea centrale, disegna rami che rappresentano i principali sottotemi o concetti correlati.
  3. Parole chiave: Utilizza parole chiave o frasi brevi per identificare i concetti su ciascun ramo.
  4. Sottorami: Aggiungi ulteriori rami per approfondire i dettagli dei concetti principali.
  5. Immagini e colori: Usa immagini e colori per rendere la mappa visivamente più attraente e facile da memorizzare.

Mappe mentali vs mappe concettuali

Capota molto spesso di confondere le mappe mentali con le mappe concettuali, ma ci sono delle differenze fondamentali. Le mappe mentali sono più libere e creative, focalizzandosi su un’idea centrale e ramificandosi in modo non strutturato. Le mappe concettuali, invece, sono più strutturate e gerarchiche. Partono da concetti generali e si sviluppano in concetti specifici, con collegamenti chiari e definiti tra i vari nodi.

Un’altra differenza è che le mappe concettuali usano proposizioni e frasi complete per spiegare le relazioni tra i concetti, mentre le mappe mentali si basano su parole chiave e immagini.

Le mappe mentali sono più utili per cominciare un progetto, quando c’è bisogno di aggregare idee, collegare informazioni. Le mappe concettuali sono usate nello studio e permettono di facilitare l’apprendimento. Queste ultime, con i tool digitali, possono essere anche create a più livelli: un primo livello più sintetico, che lavora solo per correlazione di eventi, usando titoli e parole chiave e un secondo livello, dove dentro ogni titolo viene ampliato il concetto e spiegato in modo più esaustivo.

Da qui l’importanza di crearsi da soli le mappe perché è lì la chiave dell’apprendimento personale. Studiare su mappe fatte e predigerite da altri (come per esempio quelle che si trovano alla fine del capitolo nei libri scolastici) non aiuta di certo lo studio e il ricordo dei concetti e tende a mantenere una conoscenza superficiale degli argomenti.

Come usare le mappe mentali per ottimizzare il lavoro quotidiano

Da quando le ho scoperte devo dire che ogni scusa è buona per utilizzare una mappa mentale. Ecco alcuni esempi:

  • Scrivere un articolo
  • Sviluppare un progetto da zero
  • Organizzare attività e persone
  • Sviluppare un’idea da più punti di vista (soprattutto in condivisione con altre persone)
  • Prendere appunti durante un corso
  • Riassumere un libro
  • Organizzare informazioni.

Le mappe mentali aiutano a fare chiarezza e avere una visione a colpo d’occhio di quello che si deve fare. Aiutano anche a “scaricare” la mente, consentendo di liberare spazio e facendo ordine mentale. Per una mente come una mia, a cui piace creare connessioni, captare idee, creare correlazioni, è uno strumento davvero efficace e salva tempo.

Nell’immagine sotto è riportata l’immagine di una mappa mentale che ho fatto mentre seguivo il corso di primo soccorso. Fare la mappa mi ha aiutato senz’altro a memorizzare più velocemente tutti gli argomenti trattati ed è risultata agevole poi per andare a riprendere dei concetti successivamente.

mappe mentali
Mappa mentale corso pronto primo soccorso

Un suggerimento: usala le mappe mentali nella fase di brainstorming (che tu sia da solo o in team), aiuta a organizzare le attività che poi possono essere sviluppate e dettagliate con altri tool di progetto (Trello, Asana ecc…).

Quali sono i tool digitali da provare

Oltre all’intramontabile carta, ho provato diversi tool di creazione di mappe digitali:

  • X-Mind: software da scaricare in locale che permette di creare mappe mentali con diversi stili (colori, font, struttura). Crea mappe con un’estensione di file proprietaria. Esiste una versione online con creazione assistita dall’intelligenza artificiale (Xmind – Mind Mapping App). È possibile scaricare il software gratuitamente, ma con alcune limitazioni rispetto alla versione a pagamento;
  • MindMeister: tool online che permette di creare diversi modelli di mappe (mentali, organigrammi, progetti, obiettivi SMART, elenchi). È possibile lavorare in condivisione sulla stessa mappa (cosa che non è possibile con X-Mind) condividendo la mappa con altre persone. Trovo che questo sia uno strumento davvero utile di condivisione di idee in un team. Ci sono diversi piani a pagamento ma anche Free. Questo è lo strumento che uso io;
  • Mind Map, ora acquisito da Ayoa, tool online che può creare diversi stili di mappe mentali, anche quelle organiche sullo stile del creatore Tony Buzan. C’è un piano Free e a pagamento in base alle proprie necessità.

Ricordo che tutti questi tool permettono l’inserimento di link, file, immagini, rendendo ancora più completa la mappa.

Le mappe mentali alla prova dell’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale generativa è argomento quotidiano ormai da un anno e mezzo o poco più (ne avevo parlato nel mio articolo su chatGPT appena poco più di un mese dopo il lancio), oggetto di numerosi dibattiti (AI Act dell’Unione Europea per esempio) e continui sviluppi che procedono a velocità inarrestabile. Gli interrogativi sono molti, come per esempio star dietro ai tool che escono a decine ogni settimana con la promessa di farci risparmiare tempo e aumentare la qualità di quello che produciamo.

Anche nelle mappe mentali (come ho evidenziato anche nei tool che ho presentato nel paragrafo precedente) entra l’IA con l’obiettivo di aiutare ad ampliare di argomenti che si vogliono sviluppare. Sapere di avere un “copilota” – come piace chiamarlo a me – fornisce quella produzione di dopamina istantanea che fa star bene. Mi piace però pensare di non volerne abusare per non permettere al mio cervello di andare in pausa creativa, di non usarlo con la scusa che “tanto c’è qualcuno che lavora al posto mio”.

Questo non possiamo permettercelo e secondo me la sfida più grande che ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi ed anni è proprio questa: rimanere umani continuando a usare la testa quotidianamente.

E tu, sei pront* per entrare nel magico mondo delle mappe mentali?

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